Tensioni a Regina Coeli: 1116 detenuti dopo Ferragosto
Contesto e dinamica dei disordini
Nella notte tra il 15 e il 16 agosto, un detenuto del carcere di Regina Coeli ha tentato il suicidio all’interno della sua cella, scatenando immediatamente l’intervento delle forze di polizia penitenziaria. Dopo aver scongiurato il tragico gesto, la tensione tra i detenuti è esplosa in una serie di disordini che hanno coinvolto diversi reparti della struttura.
Secondo le prime ricostruzioni, la scintilla è stata il rapido trasferimento del detenuto in ospedale, percepito dagli altri reclusi come un atto discriminatorio. In risposta, si sono registrati lanci di oggetti, urla e tentativi di ressa verso i cancelli dei reparti, prontamente contenuti dagli agenti.
Sovraffollamento e condizioni detentive
I sindacati di categoria, tra cui Cgil, Cisl e Uil, hanno denunciato come elemento aggravante il forte sovraffollamento che contraddistingue Regina Coeli. Al 17 agosto risultano presenti 1.116 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 753 posti, con un tasso di occupazione pari al 148%.
Le criticità segnalate includono:
- Spazi comuni insufficienti e scarsa aerazione;
- Insufficienza di personale di sorveglianza per turni e servizi straordinari;
- Prestazioni sanitarie ridotte e ritardi negli interventi di emergenza;
- Limitazioni nelle attività ricreative e trattamentali.
Reazioni istituzionali e possibili soluzioni
Il Garante nazionale dei diritti dei detenuti ha espresso profondo allarme, chiedendo al ministero della Giustizia di attivare misure urgenti per ridurre il sovraffollamento e migliorare le condizioni di vita. Tra le proposte avanzate:
- Accelerazione dei percorsi di messa alla prova e misure alternative al carcere per reati minori;
- Potenziare il personale di polizia penitenziaria e le risorse sanitarie interne;
- Ristrutturazione e ampliamento degli spazi detentivi;
- Sviluppo di programmi di reinserimento sociale e formativo.
Il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria ha confermato l’impegno a convocare tavoli tecnici con sindacati e associazioni, finalizzati a definire un piano di interventi entro le prossime settimane. Nel frattempo, la situazione resta sotto stretta osservazione per prevenire nuovi episodi di tensione.
La vicenda di Regina Coeli riporta all’attenzione pubblica il tema del sovraffollamento carcerario in Italia, confermando la necessità di soluzioni strutturali e di un maggiore coordinamento tra istituzioni giudiziarie e amministrative.