Belgrado sotto tensione: 18 arresti durante proteste in Serbia
Il 17 agosto 2025 la capitale serba è stata teatro di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con 18 arresti negli scontri a Belgrado e in altre città del Paese. Le proteste, nate da rivendicazioni politiche e sociali, hanno coinvolto migliaia di persone che hanno accusato il governo di autoritarismo e corruzione.
Manifestazioni a Belgrado
Sin dal primo pomeriggio, gruppi eterogenei di manifestanti si sono radunati davanti all’Assemblea Nazionale di Belgrado. I cortei, inizialmente pacifici, hanno rapidamente degenerato in scontri quando alcuni partecipanti hanno tentato di forzare le transenne e lanciato petardi e vernice contro gli edifici istituzionali.
La polizia ha risposto con cariche a piedi, uso di scudi e manganelli. Secondo le autorità almeno sei agenti sono rimasti lievemente feriti. In totale, le forze dell’ordine hanno effettuato 12 arresti tra Belgrado e altre sei fermate per violazione dell’ordine pubblico.
Espansione delle proteste in altre città
Le manifestazioni non si sono limitate alla capitale. A Niš e Novi Sad diversi gruppi di giovani si sono ritrovati in piazza per sostenere le proteste di Belgrado. Qui la polizia locale ha arrestato altri sei manifestanti accusati di oltraggio a pubblico ufficiale e danneggiamento di proprietà pubbliche.
- Niš: quattro arresti per tentata occupazione del municipio
- Novi Sad: due fermi dopo lancio di bottiglie contro le forze dell’ordine
Intervento delle forze dell’ordine e arresti
Il ministero dell’Interno ha confermato la detenzione di 18 persone, tutte identificate e di età compresa tra i 19 e i 45 anni. I fermati sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e violazione delle norme anti-assembramento. Dopo le operazioni di identificazione, gli arrestati sono stati trasferiti in varie caserme per gli accertamenti di rito.
Reazioni politiche e internazionali
Il presidente Aleksandar Vučić ha espresso pieno sostegno alle forze di polizia, sottolineando la necessità di mantenere l’ordine pubblico. Il governo ha definito le proteste un tentativo di destabilizzazione orchestrato da gruppi radicali.
L’opposizione ha invece accusato l’esecutivo di repressione eccessiva e ha chiesto l’apertura di una commissione d’inchiesta indipendente. Il Partito Democratico di Serbia ha denunciato arresti «ingiustificati» e ha invitato i cittadini a manifestare pacificamente nei prossimi giorni.
A livello internazionale, la Commissione Europea e l’OSCE hanno invitato le autorità serbe al rispetto del diritto di manifestare, raccomandando prudenza e dialogo tra governo e società civile.
Prospettive e sviluppi
Le tensioni rimangono alte in vista delle prossime settimane, con la possibilità di nuovi appuntamenti di piazza su scala nazionale. Le associazioni per i diritti civili hanno promosso un calendario di manifestazioni non violente, mentre il governo ha avviato colloqui con alcune forze politiche minori.
Intanto, il clima politico in Serbia resta incerto: da un lato la crescente pressione dell’opposizione, dall’altro la determinazione dell’esecutivo a garantire la stabilità. La comunità internazionale osserva con attenzione l’evolversi della situazione, in un Paese candidato all’ingresso nell’Unione Europea.